La riforma dei concorsi pubblici, che è stata definitivamente esaminata dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2023, rappresenta un’importante novità nella disciplina per l’accesso alla Pubblica Amministrazione, che era stata stabilita nel lontano 1994.
L’obiettivo principale di questa riforma è semplificare e accelerare le procedure concorsuali, introducendo una serie di modifiche per i requisiti di accesso ai posti di lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni. Tra le principali novità, vi sono maggiori tutele per le donne in gravidanza e per coloro che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento. Inoltre, è garantito l’accesso ai concorsi pubblici anche per i rifugiati, e si sono apportate modifiche alle modalità di pubblicazione dei bandi e di comunicazione con i candidati.
Nella presente guida, abbiamo fornito una spiegazione chiara e dettagliata di tutte le norme che entreranno in vigore per i concorsi pubblici nel 2023, grazie alla nuova riforma.
QUALI CAMBIAMENTI INTRODURRÀ LA RIFORMA DEI CONCORSI PUBBLICI?
La riforma dei concorsi pubblici del 2023 sta per entrare in vigore grazie al nuovo regolamento sull’accesso al pubblico impiego, che è stato approvato dopo un lungo processo, come abbiamo spiegato dettagliatamente in precedenza.
Il Parlamento, il 17 maggio 2023, ha dato il suo parere favorevole al progetto di decreto legislativo che ha rivisto in modo completo il decreto legislativo n. 487 del 1994 riguardante i concorsi pubblici. Successivamente, il 7 giugno 2023, come riportato nella nota stampa, il Consiglio dei Ministri ha esaminato definitivamente il regolamento, e ora si attende solo la pubblicazione ufficiale sulla Gazzetta Ufficiale.
Di seguito, illustreremo in dettaglio le principali novità introdotte dal regolamento emendato e come cambierà l’accesso all’impiego nelle Pubbliche Amministrazioni (PA).
1) MODALITÀ DI ACCESSO ALLA PA
Secondo il nuovo schema di Decreto, l’assunzione di personale a tempo determinato e indeterminato nella Pubblica Amministrazione (PA) avverrà attraverso concorsi pubblici che mirano a massima partecipazione. Pertanto, l’amministrazione che indirà il concorso potrà adottare la tipologia selettiva più idonea alla natura dei profili professionali richiesti nel bando di concorso, tra le seguenti opzioni:
– Concorso per esami;
– Concorso per titoli ed esami;
– Corso-concorso.
Il concorso pubblico si svolgerà con modalità che garantiscono imparzialità, efficienza, efficacia e tempestività nel suo svolgimento, anche attraverso l’utilizzo di sistemi automatizzati, che potranno essere impiegati per forme di preselezione e selezioni decentrate a livello territoriale, se necessario.
Per le aree o categorie di accesso in cui è richiesto solo il requisito dell’assolvimento dell’obbligo scolastico, si continuerà ad avviare una selezione tra gli iscritti nelle liste dei centri per l’impiego (CPI) che possiedono il titolo di studio richiesto dalla normativa vigente al momento della pubblicazione dell’avviso. Non ci saranno cambiamenti nemmeno per le assunzioni obbligatorie per le categorie protette, ossia per i soggetti definiti dalla Legge 12 marzo 1999, n. 68, che avverranno mediante chiamata numerica degli iscritti nelle liste di collocamento, previa verifica della compatibilità dell’invalidità con le mansioni da svolgere.
2) CAMBIAMENTI NEI REQUISITI DI ACCESSO
La riforma dei concorsi pubblici introduce modifiche ai requisiti di accesso, consentendo la partecipazione alle selezioni non solo ai cittadini italiani e dell’Unione Europea, ma anche alle persone titolari dello status di rifugiato che godono della protezione sussidiaria, ovvero il “diritto di asilo”. Inoltre, i cittadini dell’Unione Europea che possiedono il diritto di soggiorno o un permesso di soggiorno UE di lungo periodo possono partecipare ai concorsi pubblici.
Tra gli altri requisiti che rimangono invariati, figurano il raggiungimento della maggiore età, il godimento dei diritti civili e politici, l’idoneità fisica per l’impiego specifico e il possesso del titolo di studio richiesto dal bando. Inoltre, viene recepita la normativa che abroga il limite di età per l’accesso all’impiego nelle Pubbliche Amministrazioni, a meno di deroghe stabilite dai regolamenti delle singole Amministrazioni.
3) DURATA MASSIMA DEI CONCORSI FISSATA A 6 MESI
La riforma dei concorsi pubblici stabilisce un limite massimo di 6 mesi per il completamento delle procedure concorsuali. Con questa riforma, il Governo traccia la strada per una nuova modalità di selezione del personale pubblico, accelerando significativamente i tempi di conclusione delle procedure e puntando sulla digitalizzazione e trasparenza. Questa iniziativa permette di gestire al meglio le oltre 170.000 assunzioni previste per il 2023. La certezza dei tempi, come sottolineato dal Governo, rappresenta uno stimolo importante per i candidati e, allo stesso tempo, una garanzia per le Amministrazioni.
4) MAGGIORI TUTELE PER LA PARITÀ DI GENERE
La riforma dei concorsi del 2023 introduce nuove e concrete tutele per promuovere la parità di genere. Al fine di garantire un equilibrio di genere nelle pubbliche amministrazioni, il bando di concorso deve indicare, per ciascuna delle posizioni aperte, la percentuale di rappresentanza dei generi all’interno dell’amministrazione che lo emana, calcolata al momento dell’emanazione del bando. Nel caso in cui la differenza percentuale di rappresentanza tra i generi superi il 30%, a parità di titoli e meriti, sarà data priorità al genere meno rappresentato. Per ulteriori informazioni, si consiglia di consultare il focus dedicato a questo argomento.
5) PARTECIPAZIONE AI CONCORSI TRAMITE IL PORTALE INPA
La riforma dei concorsi pubblici conferma il passaggio completo al portale di reclutamento “inPA” come l’unico strumento utilizzato per candidarsi ai concorsi pubblici. Pertanto, la domanda di partecipazione ai concorsi pubblici deve essere presentata sul sito web www.InPA.gov.it previa registrazione. La registrazione al portale è gratuita e può essere effettuata esclusivamente tramite i sistemi di identificazione SPID, CIE e CNS. Questa transizione verso la digitalizzazione tramite il portale inPA è iniziata il 1° novembre 2022, quando la piattaforma è diventata l’unico strumento per l’accesso ai concorsi delle Amministrazioni Pubbliche Centrali (come Ministeri, Agenzie fiscali, ecc.). Successivamente, dal 1° giugno 2023, tutti gli altri enti pubblici (come enti locali come Comuni, Province, Regioni, nonché ASL, Università ed enti di ricerca) devono utilizzare il portale inPA per la pubblicazione del bando e la presentazione delle domande, come previsto dal Decreto del 15 settembre 2022.
È importante sottolineare che, a partire dal 1° giugno 2023, i bandi di concorso vengono pubblicati sul portale inPA e sul sito web dell’ente che indisce il concorso, senza l’obbligo di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – 4ª serie concorsi ed esami. Per ulteriori dettagli su cos’è il portale inPA, come funziona, come effettuare la registrazione e come utilizzarlo, si consiglia di consultare la guida dedicata a tal proposito.
6) COMUNICAZIONE DELLE DATE DELLE PROVE E DEI RISULTATI
Tutte le comunicazioni riguardanti il concorso, compreso il calendario delle prove e i relativi esiti, vengono effettuate tramite il Portale inPA. Le date e i luoghi in cui si svolgeranno le prove saranno resi disponibili sul Portale, accessibile in remoto mediante l’identificazione del candidato, almeno 15 giorni prima della data stabilita per lo svolgimento delle stesse.
7) MODALITÀ “SPECIALI” PER LO SVOLGIMENTO DELLE PROVE
Come già evidenziato in precedenza, il diario delle prove, i relativi punteggi ottenuti e le eventuali convocazioni per prove successive vengono comunicati ai candidati attraverso il Portale inPA, nell’area riservata di ciascun utente. Tuttavia, questa non è l’unica novità. La riforma dei concorsi pubblici del 2023 prevede che le prove orali si svolgano in un’aula aperta al pubblico, con una capacità idonea per garantire la massima partecipazione. Nel caso in cui ciò risulti impossibile, la pubblicità delle prove può essere assicurata attraverso modalità digitali che consentano al pubblico di partecipare in remoto. Inoltre, sono introdotte specifiche tutele per i candidati con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e per le donne in gravidanza, che vedremo ora nel dettaglio.
8) TUTELE PER I CANDIDATI CON DSA
Il nuovo regolamento stabilisce che lo svolgimento delle prove concorsuali debba avvenire mediante l’adozione di misure compensative determinate dalla commissione esaminatrice a favore dei candidati affetti da Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), riconosciuti ai sensi della Legge 8 ottobre 2010, n. 170. Questa tutela, già prevista per coloro che presentano una disabilità riconosciuta ai sensi dell’articolo 4, comma 1, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, è stata estesa a tali categorie di cittadini dall’articolo 3, comma 4-bis, del Decreto Reclutamento (D.L. n. 80 del 9 giugno 2021) e finalmente recepita nelle linee guida contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica. Per ulteriori dettagli su questa misura, vi consigliamo di consultare il nostro approfondimento dedicato.
9) TUTELA DELLE DONNE INCINTE, MATERNITÀ E PATERNITÀ
In conformità alla recente riforma dei concorsi pubblici, è garantita la partecipazione alle prove anche alle candidate che, a causa della gravidanza o dell’allattamento, non sono in grado di rispettare il calendario previsto dal bando. Sono previste soluzioni come lo svolgimento di prove asincrone e la disponibilità di spazi adeguati per l’allattamento. In nessun caso queste condizioni possono compromettere la partecipazione al concorso. A tal fine, i bandi di concorso devono prevedere specifiche misure organizzative e comunicazioni preventive da parte delle interessate.
Inoltre, per quanto riguarda la valutazione del servizio prestato nei concorsi, le assenze per maternità, allattamento e paternità sono equiparate al servizio effettivamente svolto. Tali assenze non possono in alcun modo comportare la riduzione dei punteggi corrispondenti. Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare il nostro approfondimento.
10) COMPOSIZIONE DELLE COMMISSIONI ESAMINATRICI
La riforma dei concorsi pubblici definisce dettagliatamente la composizione delle commissioni esaminatrici, ampliando il coinvolgimento di diverse figure professionali. Secondo il testo, le commissioni devono essere composte da esperti tecnici nelle materie oggetto del concorso, selezionati tra i dipendenti delle Amministrazioni, docenti e persone esterne alle stesse. Un’interessante novità è la possibilità che le commissioni comprendano specialisti in psicologia e risorse umane. Inoltre, è ora consentito alle commissioni di svolgere i propri lavori in modalità telematica, rappresentando un ulteriore elemento di innovazione.
Ultima modifica il 12 Giugno 2023 da Redazione
Buongiorno, vi segnalo un’ambiguità nel “D.P.R. 09-05-1994, n. 487” che appunto regola l’accesso al pubblico impiego. Nelle modifiche in vigore dal 14 luglio 2023 è contenuto un articolo che sembra (nell’interpretazione più restrittiva) escludere dai concorsi pubblici anche tutti i licenziati per motivi
disciplinari che lavoravano nelle aziende private. Questa cosa aprirebbe scenari assurdi, trasformerebbe il licenziamento in ambito privato in una interdizione perpetua dai pubblici uffici (ovvero avrebbe natura afflittiva).